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Maschera del teatro greco usata nelle tragedie di Sofocle ed Euripide.

LIBRI DIVERTENTI / SCRITTORI UMORISTICI

Una Storia divertente: COMMEDIE, POEMI EROICOMICI E LIBRI PER RIDERE

9 AUTORI UMORISTICI DELL’ANTICHITÀ (in questa pagina): Omero / Aristofane / Menandro / Nevio / Plauto / Orazio / Petronio / Giovenale / Apuleio

12 SCRITTORI UMORISTICI CLASSICI E MODERNI (Visita la pagina dedicata)
Boccaccio / Chaucer / Macchiavelli / Rebelais / Croce / Tassoni / Moliére / Wilmot / Swift / Montesquieu / Voltaire / Goldoni / Alfieri

13 AUTORI UMORISTICI DEL IX SECOLO (Visita la pagina dedicata)
Gogol’ / Dickens / Twain / Wilde / Shaw / Jerome / Čechov / Pirandello / Hašek / Savinio / Duff / Huxley / Campanile

29 SCRITTORI UMORISTICI CONTEMPORANEI (Visita la pagina dedicata)
Gibbons / Waugh / Warren / Guareschi / Wilson / Lewis / Vonnegut / Meneghello / Durrell / Heller / Fo / Richler / Villaggio / Roth / Allen / Tootle / Pynchon / Paasilinna / Ovadia / Lewycka / Benni / Pratchett / Adams / Moore / Bergonzoni / Wallace / Beatty / Auslander / Righele


Autori Umoristici dell’Antichità

Omero (VIII secolo a.C.) | Greco | Batracomiomachia (Parodia; Poemetto eroicomico)

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Aristofane (450 a. C. – 385 a.C.) | Greco | Nuvole (Commedia)

  • l’influenza esercitata dalle mode culturali affrontata in Rane;
  • il rapporto tra demos (δῆμος / dèmos, popolo) e i demagoghi affrontato in Babilonesi, Nuvole, Cavalieri, Vespe;
  • il conflitto di classe (in Nuvole);
  • il rapporto tra democrazia formale e democrazia reale (in Cavalieri)
  • la ricchezza distribuita non in base a criteri di merito; in particolare i problemi di prestito e restituzione di denaro, che erano un tema ricorrente nella commedia antica (in Nuvole, Pluto, Gli uccelli, e Ecclesiazuse)
  • la differenza di genere e la condizione delle donne – per alcuni Aristofane fu un femminista ante litteram – (in Ecclesiazuse o Le donne a parlamento e Lisistrata (il primo testo noto in cui venga trattato il tema dell’emancipazione femminile, anche se in modo strumentale ad un effetto di rovesciamento utile ad affrontare un’altra tematica, ovverosia la guerra; ai tempi di Aristofane, infatti, le donne di Atene godevano di minori liberta rispetto a quelle di Sparta, avevano come compito quello di generare e accudire i figli, gestire la casa, se necessario svolgere un lavoro, ma erano a loro precluse le cariche pubbliche, l’istruzione e l’esercizio fisico);
  • la guerra e il pacifismo (in Acarnesi e Lisistrata)

Nuvole (Νεϕέλαι / Nefélai – Nuvole), commedia di Aristofane che ottenne il terzo premio alle Dionisie del 423 a. C.

Libri da leggere. Aristofane, Nuvole, BUR 2001, ISBN 9788817173360

Aristofane, Nuvole, BUR 2001, ISBN 9788817173360

Le nuvole

Il titolo della commedia è un riferimento all’ineffabile e sfuggente natura delle nubi, che vengono impersonate dai corèuti. Invocate da Socrate, simboleggiano l’effimera inconsistenza di sofismi e ragionamenti astrusi; quando sorvolano Strepsiade, lo incoraggiano a perseverare nello studio degli imbrogli e della retorica. Ma nel momento della disfatta, si rivelano per quello che sono, volubili e meschine, rivelano di aver imbrogliato l’ingenuo e perfido contadino, usando la sua stessa arma, per punirlo del suo proposito d’imbrogliare il prossimo.

Menandro (450 a. C. – 385 a.C.) | Greco | Il misantropo (Commedia)

Tematiche: misantropia, avarizia, morbosità, cultura contadina, amore, inganno

Gneo Nevio (Capua o Atella, tra il 275 e il 270 a.C. – Utica, 201 a.C.) | Latino | Il gioco (Ludus, Commedia)

  • Per fortuna i Metelli sono eletti consoli a Roma.
  • Per sfortuna i metelli (operai a giornata) sono eletti consoli a Roma.
  • Per la rovina di Roma, i Metelli sono eletti consoli.

I Metelli risposero con l’altrettanto polisemica Malum dabunt Metelli Naevio poetae, che poteva significare:

  • I Metelli la faranno pagare cara al poeta Nevio.
  • I Metelli daranno una mela al poeta Nevio.

Le commedie di Nevio erano satiriche, alludevano all’attualità politica e ne mettevano in ridicolo vizi, incompetenze e soprusi. Così, nel Ludus, è verosimile che, parlando di stulti adulescentuli, si riferisse ai giovani Metello, plebei e arroganti, e in un altro passo menzionasse uno dei loro più noti sodali, Publio Cornelio Scipione (che poi sarà detto l’Africano). Eppure Nevio fu prima di questo l’inventore del dramma storico nazionale latino.

Diede vita alla tragedia di argomento romano, detta fabula praetexta (dal nome della toga orlata di porpora tipicamente romana), che introdusse in contrapposizione alla fabula cothurnata (dal nome degli stivali con suola alta indossati dagli attori tragici greci), che era di ambientazione e argomento greci.

TIPOLOGIAGENEREARGOMENTOINIZIATORE
fabula cothurnataTragediaGrecoLivio Andronico
fabula praetextaTragediaLatino/RomanoGneo Nevio
fabula togataCommediaLatino/RomanoTitino
fabula palliataCommediaGrecoLivio Andronico
I generi drammaturgici latini del III-I sec. a. C.

Come per la fabula cothurnata, ad introdurre per primo la fabula palliata fu Livio Andronico, tragediografo, di cui è documentata la produzione, ma le cui opere sono andate perdute (ne esistono solo sei frammenti). Si sa che scrisse tre fabulae pallatae: la prima intitolata Virgus o Valgus o Verpus (titoli che rispettivamente significano (1) Il vergine, (2) L’uomo con i piedi storti e (3) Il circonciso), la seconda Ludius (L’istrione) e la terza Gladiolus (Lo spadino).

Il teatro comico di Nevio fu, dunque, più impegnato di quelli coevi e a costituirne l’ossatura era l’irriducibile difesa della libertà di espressione. Le sue trentadue fabulae furono tali da meritare l’attenzione del grammatico Volcacio Sedigito che annoverò il poeta tra i dieci più grandi commediografi latini di tutti i tempi e un caposaldo della letteratura umoristica latina.

Plauto (Sarsina, Forlì-Cesena, tra il 255 e il 250 a.C. – Roma, 184 a.C.) | Latino | Il soldato spaccone (Miles gloriosus – Commedia)

È bene premettere che le opere di Plauto sono rielaborazioni di commedie greche. Non si tratta di un’abitudine al plagio, ma di una pratica diffusa tra i commediografi latini: la contaminatio, mediante la quale si attingevano elementi narrativi, personaggi, trame ed episodi dalle opere preesistenti e si innervavano adeguandole al gusto e al costume romani, riscrivendo e generando nuove trame.

  1. dei sosia (detti anche simillimi): quando ruota sull’asse dello scambio di persona, dello speculare o del doppio;
  2. dell’agnizione (il riconoscimento di un personaggio): se presenta un colpo di scena finale, in cui la vera identità di un personaggio viene svelata;
  3. della beffa: in questo caso la commedia ha come soggetto l’organizzazione di uno scherzo (per allietare o farsi beffa) di un personaggio o di un gruppo di personaggi;
  4. del romanzesco: dove emergono i temi dell’avventura e del viaggio;
  5. della caricatura (o dei caratteri): se si costruisce con episodi che servono a dare una rappresentazione iperbolica, ricca di esagerazioni, di un personaggio;
  6. del servus callidus: dove un servo scaltro e astuto aiuta il padrone ad ottenere ciò che desidera. Sovente si tratta di una donna per cui il servo escogita un piano con cui raggira il lenone (il magnaccia) o il vecchio padre;
  7. composita: che racchiude al suo interno uno o più elementi tra quelli sin qui considerati;

Il soldato spaccone (Miles gloriosus): una delle più fortunate commedie di Plauto, nonché la più lunga (1437 versi)

Libri da leggere - Plauto, Miles gloriosus, Mondadori 2010, EAN 2561146265879

Plauto, Miles gloriosus, Mondadori, 2010, EAN: 2561146265879

Petronio (Marsiglia, 27 – Cuma, 66) | Latino | Satyricon (Romanzo satirico, Satira menippea)

Del Satyricon abbiamo testi frammentati e lacunosi. Sappiamo che il suo autore fu probabilmente Petronio – Gaio Petronio Arbitro, noto anche come Tito Petronio Nigro – abile proconsole in Bitinia e raffinato viveur alla corte di Nerone, che venne da questi esiliato e costretto al suicidio in seguito alla congiura di Pisone.

La cena di Trimalchione (Cena Trimalchionis) che compare nel libro XV del Satyricon è l’unica novella giunta integralmente sino a noi, mentre altre parti dell’opera sono state rimaneggiate sin dalla loro comparsa per l’indecenza della pederastia e, infine, sono andate perdute. Per questo la sua ricostruzione organica è stata laboriosa e si presta ancora a molte perplessità.

Il Satyricon è un romanzo composito in prosimetro (che alterna versi e prosa), non un Dramma Satiresco e sarebbe riduttivo considerarlo meramente un libro divertente. Racconta le disavventure erotiche di Encolpio, studente di retorica colto e sfaccendato, che per uno sgarbo fatto alla divinità fallica Priapo, vedrà la sua vita trasformarsi in un’odissea d’intrallazzi e tragicomici insuccessi sentimentali. Lupanari, zuffe, furti, imbrogli e una profetessa zelante, che lo costringe a espiare il sacrilegio perpetrato ai danni del dio con un’orgia, sono l’esordio delle vicende che poi si spostano a casa di Trimalchione, un becero liberto, che ha fatto fortuna, ma che non ha perso i suoi modi volgari e inscena il suo grottesco banchetto funebre, lasciando emergere una pletora di temi licenziosi.

Libri da leggere: Petronio Arbitro, Satyricon, BUR 1995, pp. 525, EAN 9788817067041

Petronio Arbitro, Satyricon, BUR 1995, pp. 525, EAN 9788817067041

La miscellanea di episodi, novelle, digressioni tra linguaggio parodico ed excursus morali trova, se non coesione, una certa unitarietà, mediante due tecniche narrative ricorrenti fin dall’antichità: una trama di ventura (il viaggio) e il momento del convito (la cena di Trimalchione). Come ricorda Annamaria Schwize Rindi, i protagonisti: «(…) sono una coppia di ragazzi di vita, Encolpio e Gitone, giovani senza famiglia e senza progetti, economicamente male in arnese, che si spostano da un luogo all’altro alla ventura, incautamente disponibili ad ogni incontro e occasione che loro si presenti. Culturalmente non sprovveduto, Encolpio ha una sua trasandata raffinatezza da intellettuale, che conferisce ironico distacco alla narrazione di cui si fa portavoce. Il suo rapporto col mondo sembra improntato a una svagata curiosità, priva di motivazioni: quando l’istinto o il desiderio o il capriccio lo tentano, Encolpio non oppone resistenza.

Nessun ritegno limita le sue capacità di esperienze; nessun riferimento alle istituzioni o all’etica della vita civile e alla radice sembra non esserci in lui neppure il desiderio di esperienze. Solo un certo stile di cultura lo sorregge». (Petronio Arbitrio, Satyricon, R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., Milano, 1994, pp.24-25).

Lo sguardo sferzante e raffinato con cui Petronio ritrae la nuova congerie culturale romana arriva al suo culmine con l’entrata in scena di Trimalchione, istrione che domina l’episodio della cena, esorbitando, elargendo ordini chiassosi, moniti e consigli, dirigendo il convitto pantagruelico, rimanendo sempre al centro di una mascherata autocelebrativa, ostentando una cultura abbozzata, fatta di «(…) citazioni orecchiate e di spropositi grossolani (confonde Annibale con Agamennone, Cassandra con Medea, il cavallo di Troia con la vacca di Pasifae); lui che al culmine del banchetto propina agli ospiti la sua autobiografia, con l’orgoglio del self-made man asceso dalla condizione di schiavo a quella di ricco possidente, uomo che “sa vendere e comprare” e che sulla sua tomba vorrà inciso “non è mai stato a scuola di filosofia». (Annamaria Schwize Rindi, ibidem). Figura emblematica che ricorda innumerevoli imbonitori, guru del self-help e leader dei nostri giorni.

  1. La Matrona di Efeso
  2. La novella del lupo mannaro
  3. La novella del vetro infrangibile
  4. La novella delle streghe
  5. La novella dell’Efebo di Pergamo

Come ricorda il latinista e filologo Paolo Fedeli, vi è anche un ricorso al tema del labirinto (Encolpio vaga per i vicoli di Pozzuoli, così come si perde a casa di Trimalchione). In questa chiave di lettura il ragazzo non è tanto uno sfaccendato, ma una persona smarrita, il suo peregrinare è un viaggio nel dolore, tra la perduta gente, nelle bolge del malaffare, traviato e ferito dalla volgarità di una società corrotta. Tra gli ammiratori dell’opera ci furono Auerbach, Nietzsche e Fellini; tra i suoi detrattori Benedetto Croce.

Apuleio (Madura, Algeria 125 – Cartagine, 170) | Latino | Le Metamorfosi (Metamorphoses -eōn, Romanzo umoristico)

En ecce praefamur veniam, siquid exotici ac forensis sermonis rudis locutor offendero (…). Lector intende: laetaberis.
Allora ecco, anticipo le scuse, poiché da rude narratore, ti offenderò con parole bizzarre e forestiere (…). Lettore stai attento: ti divertirai.

Apuleio, Le Metamorfosi, Libro I, 13-15
Libri divertenti: Apuleio, La favola di Amore e Psiche, Feltrinelli, 2020, pp. 179, EAN: 9788807903588

Apuleio, La favola di Amore e Psiche, Feltrinelli, 2020, pp. 179, EAN: 9788807903588

Apuleio, quindi, seguendo il principio di Plotino, secondo cui la filosofia è, oltre che dialettica, anche eros, amore per un sapere che trascende, sembra voler indicare con questo romanzo un percorso di liberazione attraverso la passione e la conoscenza, attraverso la curiosità (curiositas) e le avversità, e lo fa usando un registro basso, popolare e con vicende che suscitano ilarità e compassione.

Crea una struttura in undici libri, dove riserva l’undicesimo – l’ultimo – ai riti d’iniziazione e ai culti misterici, riprendendo, in tal senso, la carica simbolica del numero 11, che in molti culti indicava il cambiamento. Sant’Agostino citerà l’opera nel suo De civitate Dei, con il titolo L’asino d’oro (Asinus aureus) e da quel momento, per non confonderla con Le Metamorfosi di Ovidio, l’opera verrà chiamata in quel modo. Caduta nell’oblio nel corso del Medioevo, sarà riscoperta da Boccaccio, studioso a Montecassino, e la prima traduzione in volgare verrà curata – anche questo non è un caso – da Matteo Maria Boiardo (autore del poema cavalleresco, fantastico e magico, Orlando innamorato, che fonde l’epica del ciclo carolingio con le atmosfere romantiche e fiabesche del ciclo bretone).

Continua l’elenco dei libri divertenti e degli scrittori umoristici dal II al XVIII Secolo