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Classifica libri: autori umoristici classici e moderni consigliati

LIBRI DIVERTENTI / SCRITTORI UMORISTICI

L’altro medioevo e l’avvento della modernità Giullarate, Plateatici e Commedie moderne

12 SCRITTORI UMORISTICI CLASSICI E MODERNI (in questa pagina) Boccaccio / Chaucer / Macchiavelli / Rebelais / Croce / Tassoni / Moliére / Wilmot / Swift / Montesquieu / Voltaire / Goldoni / Alfieri

9 SCRITTORI UMORISTICI DELL’ANTICHITÀ (Visita la pagina): Omero / Aristofane / Menandro / Nevio / Plauto / Orazio / Petronio / Giovenale / Apuleio

13 AUTORI UMORISTICI DEL IX SECOLO (Visita la pagina dedicata)
Gogol’ / Dickens / Twain / Wilde / Shaw / Jerome / Čechov / Pirandello / Hašek / Savinio / Duff / Huxley / Campanile

29 SCRITTORI UMORISTICI CONTEMPORANEI (Visita la pagina dedicata)
Gibbons / Waugh / Warren / Guareschi / Wilson / Lewis / Vonnegut / Meneghello / Durrell / Heller / Fo / Richler / Villaggio / Roth / Allen / Tootle / Pynchon / Paasilinna / Ovadia / Lewycka / Benni / Pratchett / Adams / Moore / Bergonzoni / Wallace / Beatty / Auslander / Righele

Scrittori umoristici Classici e Moderni | VII – XVIII Secolo d.C.


Niccolò Macchiavelli (Firenze, 3 maggio 1469 – Firenze, 21 giugno 1527) | Italiano Fiorentino | La Mandragola (Commedia)

Niccolò Macchiavelli fu, al pari di Leonardo da Vinci, un uomo dotato di quel particolare intelletto, versatile, pratico e completo che gli antichi greci definivano μῆτις (mḕtis ingegno) e che l’umanesimo conferì all’uomo universale. Macchiavelli fu un drammaturgo, un filosofo, un diplomatico, uno storico e viene considerato l’iniziatore della Scienza Politica. La sua opera più nota è Il Principe, in cui per primo espone il concetto di ragion di stato, ma la Mandragola, commedia di stampo satirico, non è da meno.

(…) et la seule Mandragore de Machiavel vaut peut-être mieux que toutes les pièces d’Aristophane.
(…) la sola Mandragola di Machiavelli vale forse più di tutte le commedie d’Aristofane.

Voltaire, Essai sur les mœurs et l’esprit des nations
Libri da leggere: Niccolò Machiavelli, La Mandragola. BUR, 2010 , ISBN 9788817042697. Commedie e satira italiane

Niccolò Machiavelli, La Mandragola. BUR, 2010 , ISBN 9788817042697

Callimaco: (…) che io, lasciato ogni altra deliberazione, né pensando più alle guerre o alle pace d’Italia, mi messi a venire qui: dove arrivato, ho trovato la fama di madonna Lucrezia essere minore assai che la verità, il che occorre rarissime volte, e sommi acceso in tanto desiderio d’esser seco, che io non truovo loco.

Macchiavelli, Mandragola, Atto I, Scena II

La storia si svolge a Firenze nel 1504. La vicenda muove da un desiderio che mette in moto Callimaco: il giovane vuole Lucrezia, ma la donna concupita è la sposa di un ricco babbeo, lei è virtuosa e suo marito ricco e mansueto, però i due non hanno figli e questo è l’ordito che userà Ligurio per tessere l’intrigo, l’intreccio che porterà alla mandragola, una pianta afrodisiaca e usata fin dall’antichità per curare la sterilità, da cui prende il titolo la commedia.

Mandragola o mandragora

È un genere di piante della famiglia delle Solanaceae, di cui oggi si conosce il potere anestetico. Descritta anche da Ippocrate, la forma antropomorfa delle sue radici (nella variante maschile e femminile), ha dato vita al mito legato ai suoi poteri afrodisiaci e al suo impiego in pozioni per la fertilità. Nel corso della storia la mandragora compare associata all’alchimia, alla stregoneria, persino alle superstizioni e alle credenze popolari. Macchiavelli, nella sua opera, riporta di come anche solo dissotterrarla costituisse, secondo la vulgata, un potenziale rischio e che il modo più sicuro per coglierla fosse legarla al laccio di un cane e lasciarlo poi libero, in modo tale che, strattonando la corda, l’animale sradicasse d’un colpo la pianta e la strozzasse, troncando il suo lamento.

Carlo Goldoni (Venezia, 25 febbraio 1707 – Parigi, 6 febbraio 1793) | Italiano e Veneziano | La locandiera (Commedia)

  1. di mancare di eleganza nei testi e di «ricopiare materialmente e trivialmente» la realtà;
  2. di non aver censurato lo sconveniente, ma di averlo messo in scena secondo il principio che «la verità piace sempre»;
  3. di aver rappresentato la nobiltà mostrandone comportamenti iniqui e ridicoli e di aver mostrato la plebaglia viziosa come degna;
  4. di far prevalere il vizio sulla virtù;
  5. di essersi, con queste astuzie, ruffianato il popolo «sempre sdegnoso col necessario gioco della subordinazione»;
  6. di non aver nessuna moderazione, né misura compositiva, limitandosi ad ammassare scene che altro non sono che un susseguirsi di verità «goffe e fangose» che pur essendo divertenti, umiliano il teatro per la loro volgarità;
  7. di essersi guadagnato da vivere con l’attività di drammaturgo e scrittore.

Di fatto, Goldoni si allontana dalla recitazione a soggetto su canovaccio, tipica della commedia dell’arte, e predilige un copione definito. Lo fa perfino stampare e circolare, rivolgendosi a un pubblico diverso e più ampio rispetto a quello che frequenta i teatri. I suoi testi sono ricchi di facezie, battute rapide e tranchant, l’eloquio è quello del quotidiano con frasari che pescano nella concretezza degli oggetti, delle azioni, con un lessico popolare, lontano sia dai manierismi formali che dagli estetismi della letteratura.

Lontano anche dai temi tradizionali, Goldoni non subisce l’influsso delle tendenze e non disdegna di recuperare le maschere e i registri festanti e spontanei della commedia dell’arte, per esprimere la sua idea di teatro come strumento pedagogico, che deve, però, saper conquistare gli spettatori senza moraleggiare.. Le sue commedie sono, così, pervase da una comicità vitale e solidale, eleggono il popolo operoso come depositario d quei valori che la classe borghese ha perduto..

Libri divertenti da leggere assolutamente: Carlo Goldoni, La locandiera, Feltrinelli, 2021, pp. 144, EAN: 9788807904042

Carlo Goldoni, La locandiera, Feltrinelli, 2021, pp. 144, EAN: 9788807904042

La locandiera, rappresentata per la prima volta nel dicembre del 1752 a Venezia, è la commedia più nota e fortunata di Goldoni. La vicenda narra di Mirandolina che conduce, a Firenze, una locanda. Smaliziata, compiacente, ma avveduta, Mirandolina si muove tra gli avventori da cui è corteggiata, concedendosi quel poco che basta per tener vive le illusioni. Quando entrano in scena i due contendenti principali, il Marchese di Forliopoli (nobile di spada, di antica origine) e il Conte di Albafiorita (nobiltà di toga, ottenuta per aver offerto servigi) la storia si fa più interessante, ma sarà l’arrivo del misogino Cavaliere Ripafratta e dell’alterigia con cui umilia Mirandolina, che accende in in lei il desiderio di sedurlo per vendicarsi delle umiliazioni subite

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