Di bestia in bestia | Michele Mari | Einaudi
Di bestia in bestia è un’opera d’inestimabile valore. È un romanzo di lingue e linguaggi, un viaggio nelle tappe funestate della vita e degli studi di Mari, un’invenzione nutrita e dotta, un’ambientazione collocata tra la filologia e il mistero. Un horror con i suoi elementi ante litteram, un libro fantastico (nell’alveo della letteratura fantastica, come potrebbe esserlo un romanzo di Calvino o di Borges, non uno dei tanti libri fantasy).
Edito nel 1989, Mari inizia a scriverlo nel 1980, quando ha appena venticinque anni: è erudito, come chi comprende e non si limita a sapere, come chi partecipa e non si limita a subire. Nel 2013 vi rimette mano, rimaneggiando e suturando «l’oltranza classicheggiante e l’accumulo citativo».
L’opera rimane una summa complessa e difficile da affrontare, un’epopea fatta di connettivi immaginifici tra i gangli di culture innumerabili. L’amore di Mari per le Litterae è immenso, tale l’angoscia e l’attrazione per l’orrore, i mostri e il tema del doppio.
Altrettanto grande è la sua dedizione ai personaggi, alle trame, all’ingranaggio della suspense. Strina il lettore senza bruciarlo, lo incalza con gli eventi senza precipitarlo e sempre gli mostra le meraviglie delle culture ereditate.
Il personaggio di Osmoc è la sublimazione del venticinquenne Mari che «(…) forse aveva sempre saputo, e rovesciava a quel modo il suo male, lo uccideva a colpi di letteratura (…)».
Michele Mari nella sua introspezione, così come nella sua espiazione, è generoso e incurante del pericolo, offre a noi lettori delle pagine di intensità spaventosa. Il sublime di Michele Mari ha molte epifanie: è l’aventura in Roderick Duddle (che ricorda le peripezie di Mason & Dixon di Thomas Pynchon), l’amore in Cento poesie d’amore a Ladyhawke, il realismo magico in Rosso Floyd. Come sosteneva William Faulkner «il passato non muore mai. Non è nemmeno passato», così esiste per Michele Mari soprattutto nella sua «autobiografia horror» Leggenda privata e nella raccolta di racconti Tu sanguinosa infanzia.
Valutazione
TRAMA
PERSONAGGI
DALOGHI
TEMA MORALE
LINGUA E STILE
FACILITÀ DI LETTURA
COINVOLGIMENTO
«(…) forse aveva sempre saputo, e rovesciava a quel modo il suo male, lo uccideva a colpi di letteratura (…)».
Michele Mari, Di bestia in bestia
Tra le estrazioni semantiche ed etimologiche si trovano camei di Bloch e Poe, le psichedeliche visioni di Lovecraft, il cesello enciclopedico di Borges, il gotico di Shelley. Come scrive Manganelli è «un libro che se ne sta appartato, dispettoso, non facile, con il fascino di cosa venuta fuori dal nulla che qualche volta ci offre la letteratura».
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