Libri divertenti sul lavoro: i fantastici 9
Libri divertenti sul lavoro: otto libri umoristici e uno serio per ridere delle nostre miserie
Libri divertenti sul lavoro: otto libri umoristici e uno serio per ridere delle nostre miserie
La letteratura umoristica è spesso considerata come un genere leggero, poco impegnato e destinato agli sciocchi o a chi cerca svago, ma ci sono molte ragioni per cui la lettura di libri divertenti e ironici può essere un’esperienza altamente istruttiva, impegnata e persino salutare.
La lettura è un’attività potenzialmente molto ricca di benefìci, a breve e a lungo termine, per la salute psicologica e la salute in generale. Leggere fa bene. Migliora le competenze linguistiche, logiche e di comprensione del testo. Aumenta la conoscenza del mondo ma anche la conoscenza di sé e degli altri, mantiene attive le funzioni cognitive di memoria, attenzione e concentrazione, ragionamento e capacità critica.
Vi sono libri che racchiudono mondi, universi narrativi di una ricchezza impressiva: notizie, eventi storici, amenità, viaggi, elementi peculiari di culture lontane e passate. Così è questo romanzo di Thomas Pynchon.
Di bestia in bestia è un’opera d’inestimabile valore. È un romanzo di lingue e linguaggi, un viaggio nelle tappe funestate della vita. Horror, romanzo fantastico, realismo magico, libro fantastico.
Infinite Jest rimane un abbagliante raggio di luce e un tentacolare saggio filosofico su quanto i modelli culturali possano essere una collettiva esperienza lisergica.
Con «Le correzioni» Jonathan Franzen ha vinto il National Book Award e il James Tait Black Memorial Prize. In una più sobria rivolta – lontana dal “realismo isterico” e dal riciclo del postmodernismo – ci regala una storia intensa, non moralista, più vicina alle imperdonabili debolezze umane, in una società inconsapevole e frenetica, un’esplosione di cosciente ispirazione.
Meanwhile, in the dark library of an ancient house. “Have you found it?” asked a sinister shadow moving as if it was looking for its… Leggi tutto »A damn job #3 (comic fantasy)
Malamud inizia dalla fine: dalla fine di un libro che lo scrittore Harry Lesser è incapace di finire, come se fosse «una forma di ripulsa scatologica». Inizia con una scrittura priva di prospettiva, è immaginazione di immaginazione, come una creazione ricorsiva di Escher, due mani che vicendevolmente si vergano.
«Chiedi alla polvere» di John Fante è un romanzo rimasto pressoché nell’oblio fino al 1980, quando Bukowski e Robert Towne lo riportarono alla ribalta. Tutto accade in una tensione rapida, in un reticolo di emozioni e pensieri che travolgono il lettore e lo gettano nella mischia.